Scritti e pensieri di San Massimiliano Kolbe

Appartenere all’Immacolata

“Se noi siamo dell’Immacolata, allora anche tutto ciò che è nostro appartiene a Lei e Gesù accetta tutto ciò che viene da noi come se provenisse da Lei, come appartenente a Lei. In tal caso Ella non può lasciare imperfette quelle azioni, ma le rende degne di sè, cioè immacolate, senza la minima macchia” (SK 1301).

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Chi è Lei?

“Ella è creatura di Dio, somiglianza di Dio, immagine di Dio e figlia di Dio, nel modo più perfetto possibile ad un essere puramente umano. Ella è uno strumento di Dio: con piena consapevolezza si lascia volontariamente condurre da Dio, si conforma alla sua volontà, desidera ciò che egli vuole” (SK 1320).

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Questo testo mariano di grande levatura spirituale viene scritto un anno dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale a seguito del quale Niepokalanow (città dell’immacolata) viene bombardata, semidistrutta e adibita ad ospedale e rifugio per migliaia di profughi anche ebrei. Nello stesso periodo tra il 1939 e il 1940. Padre Kolbe inizia a dettare ad alcuni suoi confratelli il suo pensiero riguardante la figura dell’immacolata .Maria deve la sua perfezione nell’essere stata preservata da ogni macchia di peccato, per volontà di Dio; in virtù di questo il suo amore divenne così perfetto da renderla ad immagine della santissima Trinità e totalmente corrispondente ad ogni anelito proveniente dal cuore stesso di Dio. La volontà di Maria, dunque è la stessa di colui che l’ha creata e amata al punto di renderla pura come egli è puro. Quale sublime desiderio sarebbe per noi conformarci a ciò che Maria è,vuole e desidera. Amarla e servirla significherebbe divenire come cristalli risplendenti della luce stesa di Cristo. Tutto dipende da noi e dalla nostra volontà; un solo “si” e l’Immacolata trasformerebbe le nostre lacrime in gioia, il nostro dolore in un’offerta d’amore, la nostra vita in grazia e benedizione. In lei noi saremo purificati poiché ella è la tutta santa, ella è la via che conduce a Dio e alla piena conversione. In lei la volontà di Dio, diverrà la nostra volontà e null’altro vorremmo che vivere nell’amore e per amore (Ilaria).

Piena di Spirito Santo, ha l’essenza di Dio, della Trinità e rappresenta la via verso la vita eterna. Tutti i doni dello spirito santo sono evidenti in lei e anche noi possiamo accogliere questi doni avvicinandoci ai sacramenti e coltivando la nostra fede, ma per fare questo avviciniamoci a Maria che non desidera altro che poterci avvicinare al Padre. Maria ci accoglie come figli, quindi vuol dire che gli orfani non esistono, oltre un Padre abbiamo in Maria una madre spirituale a prescindere dalla nostra storia nella vita terrena, abbiamo bisogno di una mamma (Caterina).

La Medaglia Miracolosa

Cari amici, anche quest’anno il 27 novembre ricorre la festa della Medaglia Miracolosa. San Massimiliano Kolbe ha diffuso queste medaglie, ma soprattutto ha dato la sua vita per divulgare il messaggio della Madonna. Sono molte le grazie per chi porta questa medaglia, però è anche necessario vivere in comunione con Gesù e Maria, realizzando la loro volontà. In questo mondo, ormai immerso nelle tenebre, sta a noi apostoli dell’Immacolata essere la luce che dirada le tenebre con una coerenza di vita.
Grazie Mamma per averci dato questo mezzo e fa’ che lo diffondiamo senza paura e timore. Con la medaglia possiamo far conoscere la tua intercessione materna (Simona).

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Il vertice dell’amore

“Il vertice dell’amore è lo stato nel quale è venuto a trovarsi Gesù sulla Croce quando disse: “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato”. Senza sacrificio non c’è amore” (SK 503).

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Non spaventarsi delle proprie debolezze

“Colpisce il vedere come in Padre Kolbe,  uomo determinato  e ricco  di talenti, abbondono i riferimenti alla debolezza. Egli ha imparato a conoscersi, negli anni si è  soffermato sulle proprie dinamiche interiori, e pian piano si è reso conto di avere molto fragilità. Ma senza scomporsi più di tanto, ha imparato a convivere con esse è a volersi bene così  com’era. Questa umiltà è stata il suo punto forte. Infatti proprio nel momento in cui ha abbassato le difese e ha lasciato andare via ogni aspettativa su se stesso,  ha toccato con mano la  guida invincibile della Immacolata. Tante volte ha riconosciuto che le grandi imprese che stavano nascendo attorno a lui erano evidente opera di Dio. Con un misto di gioia e stupore intensificò la sua disponibilità  e si appassionò alla missione, accogliendo completamento la propria fragilità. Per que sto motivo lo potremo definire il santo  della debolezza convertita in forza” (Monica Reale, 30 giorni per affidarsi a Maria, Edizione Immacolata, 2017).

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“Non confidare affatto in te stesso; tutto puoi in Colui che ti da forza (cf.  Fil 4,13) attraverso l’Immacolata; quanto più ti senti debole, tanto più sei forte” (SK 978d).

“L’Immacolata ci trasforma a sua immagine. Se guardiamo in noi stessi scorgiamo diverse cattive inclinazioni: superbia, pigrizia, sensualità, e sentiamo che soltanto la grazia le tiene imbrigliate, altrimenti chissà  che cosa saremmo capaci di fare” (cf.  Conferenze).

Conservare la serenità

“Sono tanti i passaggi in cui Massimiliano ci parla della serenità. Avendo vissuta una vita avventurosa, sempre aperta alle sorprese di Dio, egli conosce bene il rischio dell’ansia e dell’agitazione. Perché se è  vero che se per fede ci affidiamo, è  anche vero che siamo fragili e che ci sono momenti della vita in cui si è particolarmente sotto pressione. Padre Kolbe ha avuto momenti di tensione molto alta per via del duro lavoro editoriale, delle necessità economiche, della sua malattia ai polmoni e anche delle incomprensioni. In quei momenti importanti ha sperimentato la vicinanza del Signore, che lo ha sorretto e lo ha mantenuto in una pace profonda. Nell’affrontare le nuove difficoltà  sperimentava ancora maggiormente in sé  una forza tale da impedirgli ogni forma di preoccupazione. La serenità infatti non è il risultato di un impegno personale, ma il segno che abbiamo lasciato a Dio la signoria della nostra anima. Il pensiero va a San Paolo e alla sua teologia della grazia. Non è  un caso che Padre Kolbe amasse molto le lettere paoline” (Monica Reale, 30 giorni per affidarsi a Maria, Edizione Immacolata, 2017).

Quello che Padre Kolbe pensa che lavorando per Maria le difficoltà lentamente si risolvono. Spesso esortava i suoi confratelli: “Lasciamoci condurre dell’Immacolata”.

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“Ho fatto  il proposito di lasciarmi guidare da lei sempre, ovunque  e in tutto, ossia di tornare incessantemente alla pace e all’amore” (SK 991).

“Rimaniamo gioiosi nella serenità da lei senza porre alcuna limitazione, come a lei piace, attraverso gli avvenimenti spiacevoli e piacevoli, attraverso  le gioie esterne o infinite,  le afflizioni,  le tentazioni: tutto per lei” (SK 556).

“Noi, da parte nostra, preoccupiamoci di fare tutto  quello  che è  nella nostra possibilità,  e per il resto rimaniamo sereni, poiché  anche l’Immacolata,  da parte sua, non  trascurera’ di dirigere ogni cosa nel migliore dei modi” (SK 609).

Abbandonarsi

“Padre Kolbe inizia il suo cammino di affidamento a Maria nel segno della fiducia. Dal suo cuore innamorato escono continuamente gli inviti a lasciarsi condurre dall’Immacolata. Si avverte la coscienza che egli aveva del proprio limite è di  conseguenza il bisogno di affidarsi.

Padre Kolbe ha compreso che la fiducia va continuamente alimentata e messa alla prova della vita, altrimenti resta lettera morta. Bisogna assecondare sul serio le ispirazioni interiori ed essere disposti a mettersi in discussione.

Scoraggiamento e paura entrano per la porta dei pensieri negativi. Ecco allora che il nostro Massimiliano individua una strategia utile, quella di un rinforzo spirituale che consiste nel tenere sempre accesa la luce della fede, nutrendosi di positività e di pensieri costruttivi. Anche solo il ricordare a se stesso l’invito “lasciati condurre”, diventa per lui un modo per ravvivare la fiducia” (Monica Reale, 30 giorni per affidarsi a Maria, Edizione Immacolata, 2017).

Abbandono

“Lasciati condurre; sii fedele alle aspirazioni. Non porre la fiducia in te stesso; in ogni cosa confida totalmente nella misericordia divina che ti conduce per mezzo dell’ Immacolata”  (SK 987b).

“Tutta la nostra vita, ogni pensiero, parola e azione sono nelle sue mani: dirige lei ogni cosa come le piace” (SK 1248).

“Lasciati solo condurre dall’Immacolata e lei compirà anche miracoli, se saranno necessari per la sua causa. Il miracolo rappresenta, forse, una difficoltà per lei?” (SK 812).

“Non sappiamo che cosa ci riserva il domani. Ma non abbiamo neppure bisogno di conoscerlo. Basta che lo sappia l’Immacolata” (SK 896).

“Permettiamo a lei di agire sempre più liberamente nelle nostre anime” (911).

Non arrendersi mai

San Massimiliano in questo scritto ci insegna a non perdere mai la speranza, a non deporre mai le armi! Le nostre armi sono la preghiera per poter entrare in dialogo e in comunione con Dio, con l’Immacolata che intercede per portarci a Gesù suo figlio che ha dato la sua vita per salvarci.

Fiducia

Non sottomettersi alla tentazione della disperazione e della svogliatezza che satana insinua nei nostri cuori, avere una fiducia illimitata nell’Immacolata! Per ogni cosa chiedere aiuto affidandole le nostre preoccupazioni come fa ogni bambino, con la sua mamma e il suo papa’.

Mai dire: “non posso”

L’Immacolata c’è perché ognuno di noi possa con la sua intercessione percorrere la giusta strada. Non affidarsi mai alle sole nostre forze umane, ne usciremmo sconfitti, delusi, perdendo la fiducia in noi stessi. Il maligno cerca sempre di ostacolarci per farci perdere la forza, la fiducia per andare avanti nelle vie del Signore e nell’amare Dio, il nostro prossimo e i fratelli che Dio mette sul nostro cammino. L’Immacolata ha un compito importante, non vuole che ci perdiamo, vuole colmarci di grazia! Per questo vuole un’abbandono totale, lei vuole riparare ogni cosa per i nostri fabbisogni e trasformarli in beni maggiori. Bisogna mettere da parte il nostro orgoglio, e con amore e umiltà, lasciarsi guidare e coccolare, Lei vuole sempre il nostro bene! Vuole che diventiamo veri militi per essere da esempio, per salvare fratelli da portare a Gesù (Nino).

Non lasciatevi rubare la speranza

“Non scoraggiarti neppure dopo un peccato grave,anche se commesso più volte. Un atto d’amore perfetto ti purificherà” (SK 1334).

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Non scoraggiarti … un invito a non arrendersi dinnanzi agli eventi,neppure dinnanzi al proprio peccato,scritto in un periodo come quello della seconda guerra mondiale,in cui tutto induceva a disperare. Padre Kolbe stesso vive in questo clima di precarietà, morte e distruzione. I suoi progetti sembrano svanire di fronte ad una Niepokalanow semidistrutta dai bombardamenti. Nulla però può far desistere poiché la fede indica la presenza di Dio proprio laddove tutto porterebbe a pensare all’abbandono e alla sua assenza. Neppure il peccato può allontanare da noi la sua presenza. Siamo noi a creare distanze compiendo il male e facendo ciò che è contrario all’agire di Dio, al suo amore e ai suoi comandamenti. Il peccato conduce alla disperazione e allo scoraggiamento, porta inevitabilmente ad arrendersi. Struggente e sconvolgente è Padre Kolbe nell’affermare che anche peccando più e più volte basterà un solo atto d’amore per purificarci. E qual è il primo di questi atti? La richiesta di perdono a Dio la cui misericordia è incessantemente alla nostra ricerca. Fondamentale però che questo non divenga per noi un alibi, un modo per continuare a peccare pensando che in ogni caso Dio perdona. Si egli è grande nell’amore, ma se noi non vi è pentimento e desiderio di conversione conosceremo il volto della sua giustizia. Un motivo in più per non arrendersi al male come alla disperazione. Disperare significa disperdere la luce di Dio in noi, non lasciamo che nessuno possa mai derubarci della speranza che è in noi come afferma il nostro Papa Francesco, rendendoci uomini e donne tristi, poiché noi siamo chiamati alla vita, alla gioia e alla felicità piena (Ilaria).

Quanto è grande la misericordia di Dio per noi. L’amore sconfigge l’odio, il male si elimina con il bene. La vita terrena rappresenta un periodo nel quale siamo chiamati a scegliere quale strada prendere; il male o il bene, non esiste una via di mezzo. Tutti sbagliamo e tutti siamo peccatori, anche il giusto pecca 7 volte al giorno, come è scritto nella sacra Scrittura, ci sono i peccati più o meno gravi, ma anche se il peccato è grave e ci si pente sinceramente, il perdono non ci viene negato perché Dio è un Padre buono e misericordioso e non aspetta altro per aprirci le porte del regno dei cieli (Caterina).

Povertà e provvidenza

San Massimiliano ha guardato avanti vedendo tutte le possibilità che si creano grazie ad una forte evangelizzazione. Ha investito tutto se stesso, con l’aiuto di macchinari adeguati per  la stampa per poter fare grandi numeri di copie. Lui e’ stato un uomo che ha creduto tanto che nella povertà e con una forte fede arriva la provvidenza dell’ Immacolata, per portare a buon fine le opere intraprese per dare gloria a Dio.

Poverta

La santa povertà è la cassa senza fondo della Divina Provvidenza

San Massimiliano non voleva accumulare tesori e ricchezze, ma voleva, con una buona evangelizzazione, portare anime all’Immacolata da presentare a Dio. La sua forza e’ stato uno sconfinato amore e un abbandono totale credendo nell’Immacolata. Voleva essere coerente con se stesso e con gli impegni presi con Maria e con Dio amando senza limiti tutti i fratelli che il Signore metteva sul suo cammino. Veniva compensato dall’avere sempre intuizioni grazie alle quali poter far sempre meglio con gioia interiore, pace, equilibrio psico-fisico, per affrontare qualsiasi situazione contando solo e unicamente nella provvidenza dal cielo (Nino).