CONSACRATI … RINNOVIAMO LA NOSTRA CONSACRAZIONE!
Carissimi,
nel “tempo lento” di questo “anno unico”, che ci vede ora alle prese con una ripartenza timorosa e pressante (quasi a voler riprendere una perduta normalità, la frettolosa “corsa del tempo”), siamo giunti al termine del nostro Anno associativo-formativo e di questo mese mariano, segnato e accompagnato dall’affidamento di tutto il Popolo italiano alla B.V. Maria, travolto da una terribile pandemia insieme a tanti altri Paesi del pianeta. Ci siamo dati appuntamento in un giorno particolare, il 31 maggio, festa della Visitazione di Maria e Domenica di Pentecoste, e in un luogo speciale: lì dove ci troviamo, viviamo, muoviamo i nostri timidi passi … «presso la croce di Gesù», dove ci eravamo lasciati il Venerdì santo, nel “tempo sospeso” – Triduo pasquale – del Signore crocifisso, sepolto e risorto. Ritorniamo e ci raccogliamo lì, sotto la croce, dove si compie la trasformazione della nostra fragile esistenza umana e avviene il dono dello Spirito promesso – secondo la testimonianza dell’evangelista Giovanni – scaturito come soffio dalla bocca di Cristo e come fonte dal suo sacro costato (cfr. Gv 19, 30-34).
Riflessione di P. Paolo Barani Assistente Locale e Regionale in Emilia – Romagna sul Vangelo di Giovanni (Gv 19,25-27)
25 Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena. 26 Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.
Nella riflessione inviata in occasione della S. Pasqua – proprio a partire dal passo del Vangelo giovanneo – avevamo già evidenziato i due aspetti e movimenti fondamentali dell’affidamento: l’essere affidati e affidarsi, il dono di un “nuovo figlio” a Maria sua madre da parte di Gesù e il dono di una madre al discepolo amato sempre da parte del Figlio unigenito di Dio (cfr. Gv 19, 25-27). Tanto nell’una come nell’altra direzione, il protagonista principale, chi prende l’iniziativa e compie l’azione fondamentale è Cristo: Egli, dall’alto della sua croce, affida anzitutto alla Madre l’apostolo Giovanni e – in seconda battuta – a lui affida Maria come madre. Vogliamo soffermarci un poco su questo misterioso e meraviglioso “scambio”, per coglierne l’essenza e lasciarlo penetrare dentro di noi, per entrarvi in punta di piedi.
Ciò che prima di tutto emerge in evidenza e va sottolineato è la posizione centrale, la priorità della scena: non è il discepolo – non siamo noi – a fare qualcosa, ma è il Signore Gesù – nuovo Adamo e mistico Sposo – ad operare una cosa nuova, in Maria e attraverso Maria, rendendola madre nostra e non più solo Sua, consacrandola madre e consacrandoci a lei come figli. La prima cosa da fare è riconoscere e accogliere, cioè credere (cfr. Gv 6, 29): questa è «l’opera di Dio», la dinamica della fede che si compie nella carità.
La nostra azione dunque è sempre e solo una risposta all’iniziativa della Grazia divina, come ci ricorda sempre s. Giovanni nella sua prima lettera: «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati … Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo» (1 Gv 4, 10. 19).
Non siamo noi perciò che innanzitutto “ci consacriamo”, ma è il Padre che nel Figlio suo e per opera dello Spirito Santo ci ha “consacrati a Sé”, ci ha presi e messi a parte del suo Regno attraverso il mistero della Pasqua, divenuto attuale ed efficace mediante il Battesimo. Lì noi siamo stati rigenerati, nel grembo della Chiesa nostra madre, che vede nella Vergine Maria l’immagine perfetta di tale mediazione materna. La consegna primaria – «Donna, ecco tuo figlio!» – è avvenuta da parte del Cristo nell’atto di donare se stesso ed il suo Spirito, sacramentalmente nei misteri della Chiesa e spiritualmente nel mistero della Vergine Madre: e da quell’ora noi siamo già interamente suoi.
Da qui scaturisce allora la “azione” e “consacrazione” da parte nostra, che consiste anzitutto nel riconoscere l’opera che Dio ha compiuta – “credere” appunto – e rispondere a tale opera accogliendo la successiva consegna – «Ecco tua madre!» –, anche noi come il discepolo che Gesù amava, prendendola nella nostra casa e affidandoci interamente a lei.
Con s. Massimiliano Kolbe, riconosciamo che si tratta della «semplice consapevolezza che apparteniamo totalmente all’Immacolata, senza alcuna restrizione!». E di conseguenza possiamo compiere la nostra personale e intima offerta: «Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare facilmente tutte le difficoltà e… diventerai santo, un grande santo: questa è la sola cosa che ti auguro di tutto cuore» (cfr. SK 1364; 21).
Tale “atto di consacrazione” si può sintetizzare in queste brevi e incisive parole, sempre di p. Kolbe: «Ricorri in tutto a Lei come un bambino alla propria madre, affida ogni cosa a Lei.
Riconosci di aver ricevuto tutto da Lei e che nulla proviene da te stesso.
La mia vita (ogni suo istante), la mia morte (dove, quando e come) e la mia eternità, tutto questo è Tuo, o Immacolata. Fa’ di tutto questo qualsiasi cosa Ti piace». [SK 971]
Vogliamo dunque raccoglierci spiritualmente in quell’ora simbolica, ravvivando la memoria della consegna di Gesù alla Madre e al discepolo e della nostra rinascita nel fonte battesimale, per lodare insieme il Signore del dono inestimabile che ci ha elargito e rinnovare la nostra appartenenza e adesione a Lui attraverso la Vergine Immacolata.
Prima e più che recitare una formula dobbiamo centrare il nostro cuore con la Parola accolta e custodita in noi, e rispondere con tutto il nostro essere a tale dono d’amore, così come ci esorta a fare s. Massimiliano: «Noi ci possiamo donare all’Immacolata in vari modi e questa donazione di noi stessi la possiamo formulare con diverse parole, anzi è sufficiente perfino un atto interiore della volontà, poiché in questo appunto è racchiusa l’essenza della nostra donazione di noi stessi all’Immacolata». [SK 1331]
Preghiera di Consacrazione
Vergine Immacolata, Madre mia, Maria, io rinnovo a Te oggi e per sempre, la consacrazione di tutto me stesso perchè tu disponga di me per il bene delle anime.
Solo Ti chiedo, o mia Regina e Madre della Chiesa, di cooperare fedelmente alla Tua missione per l’avvento del Regno di Gesù nel mondo.
Ti offro, pertanto, o Cuore Immacolato di Maria, le preghiere, le azioni e i sacrifici di questo giorno, perché l’esempio di Maria ci aiuti a rendere migliore la nostra sequela di Cristo.
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo e per quanti a te non ricorrono, in particolare per i nemici della santa Chiesa e per quelli che ti sono raccomandati.