LA SANTITA’ NON SI IMPROVVISA …
Fra Massimiliano, dal 1912 al 1919, vive a Roma, nel Collegio serafico dei Frati Minori Conventuali in via San Teodoro (nella foto la cappella del convento), una tappa importante del suo cammino francescano, quella della sua formazione alla professione solenne, al presbiterato e all’ottenimento del titolo accademico.
Il 10 novembre 1912 inizia gli studi filosofici a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana. L’1 novembre1914 si consacra definitivamente al Signore e raggiunge la meta del presbiterato il 28 aprile 1918. Il 22 luglio 1919 è proclamato dottore in teologia. In precedenza, con sei confratelli, il 16 ottobre 1917 ha fondato la Milizia dell’Immacolata.
In questi sette anni pone le basi di quello che sarà il suo poderoso percorso di amore e donazione che lo conduce al martirio. Con l’aiuto divino e sotto la protezione della Vergine, consolida il suo percorso di fede in vista di un itinerario apostolico e martiriale senza precedenti.
Il suo amore sconfinato verso la Madre di Dio scaturisce dalla conoscenza della sua protezione materna. Significativo il racconto che scrive alla mamma in una lettera del 6 aprile 1913: «È mancato poco che perdessi un dito (il pollice) della mano destra. Mi si era formato qualcosa come un ascesso. Malgrado le premure del medico del collegio, il pus non cessava di formarsi. Ad un certo momento il medico constatò che l’osso stesso cominciava ad essere leso; era necessario un piccolo intervento chirurgico di raschiamento dell’osso. Udito questo, dissi di possedere una medicina migliore. Infatti, avevo ricevuto dal p. Rettore [Luigi Bondini] un po’ di acqua miracolosa di Lourdes. […] Ebbene, il nostro medico, saputo che io avevo dell’acqua di Lourdes, me l’applicò egli stesso con gioia. E che cos’è successo? All’indomani, invece dell’operazione all’osso mi son sentito dire dal chirurgo dell’ospedale che l’intervento non era più necessario. Dopo alcune medicazioni ero completamente guarito. Gloria al Signore Iddio, dunque, e all’Immacolata» (SK 12).
Durante il corso di esercizi spirituali dell’ottobre 1914, san Massimiliano, sostenuto dalla forza dello Spirito Santo, fissa gli obiettivi della sua vita consacrata: «A quale scopo sei entrato nell’ordine religioso?
Per fare la Volontà di Dio. Utilizza quanto più ti è possibile le realtà soprannaturali (le grazie) e divine (i ss. Sacramenti), mentre quelle naturali solamente nella misura in cui ti sono necessarie.
L’obbedienza ti gioverà moltissimo […] per discernere la Volontà di Dio: pensa con tranquillità a quel che stai facendo e trai vantaggio dalla Volontà di Dio che ti è manifestata attraverso altre persone: mediante una volontà espressa a parole, sottintesa o con gli esempi dei superiori, dei confratelli o di
altre persone; oppure [manifestata] attraverso te stesso: la tua volontà (le buone ispirazioni). Riconosci Dio in tutte le creature. Fa’ sempre attenzione alla voce divina» (SK 64).
Nel periodo “romano” apprende che il fratello Giuseppe entra in convento, assumendo il nome di fra Alfonso. In una lettera vergata nel settembre 1918, il santo è prodigo di consigli nei confronti del novello francescano: «Fino a questo momento non sapevo neppure quale fosse il tuo nome [di religioso]; l’ho appreso finalmente in questi giorni dalla lettera che (dopo tre anni, durante i quali non ho avuto alcuna notizia) mi è giunta dalla Mamma. Il Signore Iddio e la Vergine santissima ti benedicano sempre, in tutto. La Mamma mi ha scritto che hai emesso i santi voti già da due anni; tra un anno quindi emetterai la professione solenne. Sempre dalla Mamma ho saputo che hai già ricevuto gli ordini minori. Sia benedetto il Signore
Iddio per tutto quello che ha fatto in te ed anche la nostra Mammina Immacolata, per le mani della quale ci vengono dal cielo tutte le grazie. Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare facilmente tutte le difficoltà e… diventerai santo, un grande
santo: questa è la sola cosa che ti auguro di tutto cuore. Si può dire che tutti i santi sono opera della Vergine santissima e la devozione particolare a Lei è una loro caratteristica comune» (SK 21).
Massimiliano invita fra Alfonso ad intraprendere un cammino di santità. Il suo ingresso tra i figli di Francesco ha la finalità di renderlo più forte nel cammino di fede con l’aiuto efficacissimo della Vergine Maria, la cui presenza è fondamentale perché si raggiunga la perfezione cristiana.
Durante la formazione “romana”, periodo impreziosito dalla nascita della Milizia dell’Immacolata, il futuro martire di Auschwitz stabilisce le basi del suo futuro di asceta e di missionario. Il santo valorizza al massimo il suo percorso formativo e ci fa comprendere che solo prendendolo sul serio potrà riservare per il futuro successi apostolici. Massimiliano lavora con intensità al suo itinerario educativo e riesce ad individuare le dimensioni missionarie a cui Dio lo chiama e soprattutto i mezzi mediante i quali raggiungerle. Per pervenire ad un amore eroico, al dono incondizionato di sé, ad un apostolato senza confini, servono preparazione e allenamento. La santità non si improvvisa, ma è frutto di un’attenta e scrupolosa preparazione. Ecco un’altra grande lezione di Kolbe.
Padre Raffaele Di Muro
(da articolo SAN BONAVENTURA informa)